viaggi privati con l’auto blu, cene e pernottamenti rimborsati dallo Stato….
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PADOVA – Per poco più di due ore venerdì pomeriggio l’ex prefetto Francesco Messina è rimasto negli uffici della Digos. Lì, in una stanza di piazzetta Palatucci, sede della Questura, affiancato dal suo legale Alberto Berardi ha risposto alle domande degli inquirenti che lo hanno messo sotto indagine con l’accusa di peculato: secondo l’accusa formulata dalla procura padovana, titolare delle indagini, Messina avrebbe viaggiato con l’auto blu in dotazione a palazzo Santo Stefano, sede della Prefettura, utilizzando gli autisti per interessi personali sprecando così risorse pubbliche. Lungo tutta la durata dell’interrogatorio Messina ha spiegato la propria versione dei fatti, rispondendo punto su punto alle domande degli inquirenti e dando giustificazione a ogni viaggio sul quale gli investigatori nutrono dubbi.
E lo stesso ha fatto in merito ai pernottamenti e alle cene rimborsate dallo Stato e fatte passare per istituzionali, ma che per la procura padovana sarebbero invece state questioni di vita privata.
LA VICENDA
Al centro delle indagini ci sarebbero una ventina di episodi contestati, forse anche di più. L’inchiesta, sulla quale la procura padovana tiene il più stretto riserbo, si sarebbe focalizzata sull’utilizzo improprio del personale e dei mezzi di servizio per viaggi e trasferte che non avevano nulla di istituzionale, in netto contrasto con le norme vigenti. L’accertamento è iniziato alcuni mesi fa e sono stati passati al setaccio i movimenti di Messina. Le azioni illecite, sempre secondo l’accusa, sarebbero iniziate già poco dopo il suo insediamento come prefetto di Padova, il 3 luglio 2023, e sarebbero proseguite fino a questa estate. Gli inquirenti stanno analizzando almeno una ventina di trasferte in varie città italiane, dalla Lombardia alla Campania con un danno erariale calcolato in svariate migliaia di euro. Nel mirino spese autostradali, rifornimenti di benzina, indennità ordinarie e straordinarie, pernottamenti oltre a pranzi e cene. Gli autisti di cui si sarebbe servito Messina (appena si è insediato ne avrebbe fatti rimuovere un paio per una serie di frizioni con loro), sarebbero già stati sentiti come persone informate sui fatti, e non è escluso che altri possano essere sentiti per lo stesso motivo dagli uomini della Digos. L’ex prefetto, già trasferito e messo a disposizione con incarico in materia di prevenzione antimafia, resterà a Padova per gestire la normale amministrazione fino al 30 settembre quando si insedierà il nuovo prefetto, Giuseppe Forlenza, in arrivo da Bergamo.
L’ESPOSTO
L’abbrivio all’indagine coordinata dal pm Benedetto Roberti, sarebbe stato dato da un esposto firmato dai sindacati di polizia