Viaggi all’estero, i rischi per le imprese
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La vicenda Bonatti risale al 19 luglio 2015, quando quattro tecnici specializzati, dipendenti della società italiana Bonatti Spa, inviati presso gli impianti della società in Libia, venivano sequestrati mentre si recavano, via terra, sul posto di lavoro e due di loro perdevano la vita a seguito di un conflitto a fuoco. Fu avviato un procedimento penale nei confronti dell’operation manager per la Libia posto a capo del branch locale della società e di alcuni membri del Cda di Bonatti in qualità di datore di lavoro.
Il processo legal del caso Bonatti
Nella sentenza di primo grado il tribunale di Roma condannò alcuni membri del Cda, ritenuti colpevoli di cooperazione colposa nel delitto doloso. Il tribunale aveva ritenuto che i membri del Cda avessero omesso di analizzare il rischio specifico e di prevedere le relative misure di prevenzione nel documento di valutazione dei rischi, creando di fatto le condizioni perché l’evento potesse verificarsi. Veniva anche condannata Bonatti Spa ai sensi della Dlgs 231/2001 sulla responsabilità degli enti, per l’omissione nella predisposizione del documento di valutazione dei rischi relativi all’attività all’estero dei propri dipendenti.
La Corte di Appello confermava la condanna per non aver adottato un modello di organizzazione e gestione idoneo. La vicenda è arrivata fino alla Corte di Cassazione, la quale lo scorso 2 agosto 2024 ha annullato la condanna per Bonatti Spa e le diverse figure apicali della società, ritenendo valido e sufficiente il modello di organizzazione e di gestione della sicurezza sul lavoro adottato dalla società. La vicenda si è svolta molto prima della pubblicazione delle normative Uni Iso 31030 (linee guida per travel risk management) e Uni Pdr 124 (profili professionali per travel risk management).
Le normi vigenti sulla valutazione del rischio all’estero
Pertanto, la sentenza della Cassazione fa riferimento a una procedura generica per la valutazione e gestione del rischio. Oggi, invece, esistono normative precise e riconosciute a livello internazionale. In caso di un incidente simile, sarebbe necessario dimostrare al tribunale e alle famiglie di essere conformi alle indicazioni contenute nelle norme attuali.
Uni Iso 31030 fornisce delle linee guida pratiche per tutti i soggetti coinvolti nel processo di gestione del rischio e della sicurezza del viaggio dei dipendenti. Sebbene non sia ad oggi uno standard certificabile, l’ottemperanza alle sue linee guida può essere attestata da un organismo di certificazione. La Uni Pdr 124 aggiunge ulteriori dettagli alle linee guida della Iso individuando le tre figure professionali nell’ambito della gestione dei rischi del personale in viaggio e ne delinea i ruoli e i compiti. Oggi, le aziende sono di fatto obbligate ad avere una travel risk policy in linea con quanto delineato nella Uni Iso 31030, ad impiegare manager e analisti qualificati secondo la Uni Pdr 124.
La conformità alle suddette linee guida si mostra essere sempre più necessaria anche alla luce dell’attuale incertezza geopolitica in cui viviamo. Le aziende sono dunque incoraggiate ad ottemperare a quanto previsto dalle linee guida e utilizzare assistenza esterna qualificata, come previsto da entrambe le normative. (riproduzione riservata)
*partner di BonelliErede
**ceo di Pyramid Temi Group
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