il giorno del ritorno » Veneto Orientale Informazione
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«Casa, dolce casa». Non potrebbe esserci frase più azzeccata per descrivere lo stato d’animo di Enea D’Auria e Riccardo Garbin, i due jesolani che questa mattina hanno portato a termine il loro lungo viaggio a bordo di una Fiat Punto del 1995 attraversando la Via della Seta.
Sono arrivati in piazza Kennedy dopo due mesi e mezzo di percorso attraverso 17 Paesi per un totale di 26mila chilometri. La coppia, dopo la partenza del 4 luglio, era a Ulan Bator, capitale della Mongolia, a fine agosto. Per tornare a Jesolo i due sono passati da Russia, Lettonia e Lituania. Quindi Polonia e Austria.
«L’emozione è grande -spiegano Enea D’Auria e Riccardo Garbin- ed è bello alla fine essere a casa. Il viaggio di ritorno dalla Mongolia è stato caratterizzato da lunghi chilometri giornalieri perchè in Russia le strade lo permettevano. In Lettonia abbiamo trovato la dogana più difficile del nostro tour con 15 ore per passare dai due Paesi. Abbiamo proseguito verso Varsavia, Budapest, Graz e poi Tarvisio. Abbiamo dovuto cambiare percorso perchè ci siamo trovati in mezzo alla bufera che ha interessato Polonia e Slovacchia: forti piogge, allagamenti e strade chiuse. Alla fine, eccoci arrivati!».
Sono tanti i paesaggi visti in questi mesi dalla coppia jesolana, arricchita da un viaggio molto affascinante ma soprattutto impegnativo.
«L’esperienza -raccontano i due- ci lascia ancora tanta voglia di viaggiare. Ci ha aperto gli occhi su realtà che non conoscevamo. L’Iran è stupendo, l’Afghanistan merita di essere visto. Il Tagikistan e Kirghizistan sono due territori di montagna favolosi. Kazakistan e Mongolia sono da scoprire. Abbiamo trovato tanti turisti e di questo siamo stati sorpresi: sono tanti gli appassionati di queste zone».
Quale sarà ora la prossima meta? La risposta è secca.
«Per quanto riguarda altri viaggi -dicono sorridendo- nell’immediato sicuramente non ce ne sono. Ma abbiamo in mente tanti progetti legati al Ferovecio Team e al racconto delle nostre esperienze. Non c’è niente di programmato, ma qualcosa sicuramente faremo in futuro». E vista questa impresa portata a termine, c’è da crederci.
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